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Il cane e l’ onda

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Sorridi

apriti cielo alle mie nuvole

gli uomini e le donne che muoiono

sono favole per gli dei

puoi sentirli fingere se avvicini la conchiglia abbandonata 

al palato fine della tua capacità di credere che il mare

trovi casa in un guscio vuoto.

La spiaggia accoglie i corpi dei nostri figli

come il cane ricopre il cadavere del suo simile col muso

perchè le zampe gli appaiono arnesi grossolani d' istinto

e le unghie non terrebbero conto del viaggio che ha fatto la pelle

invece che rispettarne il moto rigoglioso nelle onde.

E' compito della politica distinguere le morti per fini commerciali

ma un cane che ne sa o un' onda

sono in superficie come il dorso delle foglie prima di cadere

prima che la terra le accolga per farne nuova carne

nuova terra ferma sulle sue posizioni o in moto

per illudersi che tutto torni a vivere al solito posto

riservandosi il diritto dello scorrere del tempo.

Le credenziali di chi fugge sono una guerra alle spalle

un futuro incerto davanti agli occhi cui chiedere perdono

per non essere morti insieme agli altri che sono rimasti lì

dove il vento porta la paura a un concetto di nuove proporzioni

innate mai ma corrotte dal calcolo economico

che sfugge ai liquidi e agli animali.

Se stessimo insieme saremmo pari e ognuno

potrebbe recitare in pubblico il suo discorso

ma le divisioni fanno gioco anche senza essere venali

e la cattiveria batte un colpo.

Muto.

 

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